domenica 20 febbraio 2011
"Signori lo spettacolo è finito, potete andare".
Annunciava, sbraitando, l'agente. Nastri neri, sbarravano un piccolo quadrato: suppongo lì c'era la vittima. "Permesso; mi scusi; mi fa passare?!; grazie ".Mi faccio spazio tra la gente, ricevendo gomitate e quant'altro; stremata dalle continue "percosse involontarie", provo a scorgere il povero malcapitato. Un'insolita scena si presentava ai miei occhi, l'avevo già vissuta forse, uno stupido deja-vu. Toh, ma chi si rivede. "Heilà, come va? " Nessuna risposta, ma dovevo aspettarmelo: era morto. Vi chiederete: " Chi ?" Il mio cuore, ovvio. Era lì, che giaceva a terra, inerme, conciato piuttosto male. No, stavolta non ce l'ha fatta, il dolore ha preso il sopravvento e lui ha deciso di porgli fine fermandosi per sempre. Ottima scelta, direi. Non sono stata una buona padrona, troppe batoste dure. È vero, ci si rialza sempre dopo qualsiasi colpo, ma non sempre da vincitori. Sì, stavolta ho perso; la posta in gioco era alta e non ho saputo giocare bene, quando era il mio turno.
" Signorina, si allontani, per cortesia ".
Un'ultima occhiata al sangue ancora fresco sull'asfalto, alzo i tacchi e vado via.
Ancora una volta, non ho saputo trovare le parole. Ma se solo mi avessi vista, avresti letto le ultime parole dettate da quel cuore ormai deceduto, dettate un istante prima di spirare.
Ma ancora una volta, alzo le spalle, rassegnata.
Quell'esserino è morto per amore, ed io? Morirò per una mancanza: d'amore o di un cuore.
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